giovedì 15 gennaio 2009

In viaggio verso Rafah

C'era una volta un autobus rumoroso e traballante, in viaggio dal Cairo verso una meta indefinita, laggiù verso Oriente.
Viaggiavano sull'autobus, bardato a festa con striscioni colorati, personaggi curiosi, di diversa provenienza. Studenti europei in cerca di emozioni, studenti egiziani in cerca di libertà, attivisti politici di ogni dove in cerca di identità. E giornalisti, ma quelli non sanno bene neanche loro che cosa cercano.

L'allegra compagnia - velata, svelata, coperta o disinibita - pregava e cantava, mangiava, fumava o ingannava l'attesa dormendo...ma sempre con un occhio aperto sulla strada. Perché tutti sapevano che i tranelli sarebbero stati numerosi, ingannevoli e snervanti. E così fu.

Un primo posto di blocco, le trattative con i robottini in uniforme, il valzer di documenti e telefonate al piano superiore. E il sit-in di rito, la camminata al trotto sulla strada, per ribadire la ferma volontà di andare avanti.
Quegli altri, quelli che li aspettavano fin dal mattino e che scrutavano l'orizzonte per scorgere l'autobus colorato, si limitavano a fare il loro lavoro. Cioè parlare, discutere, controllare, esitare, chiamare a raccolta colleghi più esperti, perdersi nel fumo di sigarette infinite e truci sguardi carichi di potere.

Ad ogni posto di blocco, la signora in marrone seduta in seconda fila invocava l'intera sfera celeste e tutti, credenti e no, incrociavano le dita, certi che sotto quei panni multistrato di tutte le varietà del marrone, ci fosse una spia del nemico.
Seguirono altre due fermate obbligate - e svariate soste volontarie, perché si sa che uno spuntino non si nega neanche alla comitiva più seria - ma ormai la speranza di superare le colonne di Ercole si era insinuata nella mente di tutti....

Miraggio, illusione, sogno infingardo.
Evaporato in pochi secondi, sull'onda di un'inversione di marcia. Al ritmo dei bastoni sbattuti sulla carrozzeria sofferente dell'autobus, delle urla rabbiose provenienti dall'esterno, di un pianto sommesso laggiù in seconda fila.
Si torna a casa, allegra comitiva. Si sa, gli autobus seri non vanno in giro di notte, tutti bardati a festa, e per di più diretti verso Oriente.

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