venerdì 23 gennaio 2009

Due nemici per Gaza

Gaza City. S. ha 24 anni e la consapevolezza che la sua vita, vista da un aereo da guerra, "è una macchia di colore rosso caldo" e che da un momento all'altro, nel rientrare a casa dopo una serata con gli amici, può essere scambiato per un miliziano.
"Mi dico che magari lassù ci può essere una ragazza israeliana giovane, chissà forse se sono fotogenico mi salvo", e ride amaramente per stemperare la tensione di tre settimane in bilico fra vita e morte e di alcuni giorni di incredula tregua. "Questa volta è stata durissima, mai prima d'ora è stato paragonabile. Abbiamo davvero avuto paura di non farcela".

Ma, allo stesso modo, S. non esita a mettere sullo stesso piano israeliani e miliziani di Hamas: "Immagina che cosa vuol dire sentire le loro voci, fuori al di là del muro di casa tua, mentre bisbigliano nella notte. E pensare che se dall'alto li vedono sei fottuto". E bisbigliare con i famigliari, magari spostarsi in fondo a una stanza, nell'angolo più interno della casa, perché non si accorgano che ci sei e hai paura: "Tanto, per loro ammazzarti che cosa vuoi che cambi? Ti mandano in paradiso...".

Gaza del dopo guerra ha il volto di S. e di tutti coloro che vogliono solo vivere e fare progetti, riaprire negozi, scuole e uffici. Andare a fare la spesa senza perdere le gambe, di questi tempi così a rischio. Nel mirino delle rappresaglie di Hamas - si segnalano i primi casi di pazienti gambizzati negli ospedali di Gaza - e degli attacchi aerei israeliani.
All'ospedale pubblico di Shifa, non si contano i casi di amputazione di uno o più arti, i letti delle unità di ortopedia e chirurgia sono ancora pieni. Accedervi e parlare con i pazienti, ma ancor di più con parenti ammassati nei corridoi e nelle stanze, storditi dall'incertezza per il futuro, è semplice e rapido, superata la diffidenza del primo istante con gli amministratori - si dice che Shifa sia saldamente in mano ad Hamas e forse è vero, ma nessuno ostacola il colloquio con medici e pazienti - Per alcuni malati, si tratta di un soggiorno temporeaneo perché destinati a strutture estere, dove i loro casi saranno trattati con maggiori risorse tecniche.

Gaza stritolata fra due nemici, uno interno e uno esterno, è anche 200.000 studenti che oggi, sabato 24, torneranno a scuola. E' il ristorante di pesce che riapre le sue cucine. Il valico di Erez che sforna cooperanti internazionali. E' il sorriso di S. che lascia la comitiva di amici stranieri e se ne va a casa, nella notte, senza chiedersi chi lo stia osservando dal cielo.

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