lunedì 26 gennaio 2009

Due settimane di ricerca a tutto campo

(Continua, Gaza City) Quanto alla decisione di bombardare case abitate, “perché le forze israeliane pensano o sanno che quella è la casa di un militante che magari può essere un bersaglio legittimo, in realtà le si colpisce quando ci sono anche altri dieci membri della sua famiglia, donne, bambini, civili. Questo è un uso disproporzionato della forza, che non può essere giustificato”.
Il volantinaggio sulla Striscia, al fine di avvertire gli abitanti di un imminente attacco, non rispetta il diritto internazionale, ricorda Donatella Rovera: “Gli avvertimenti devono essere specifici, mentre qui i volantini lanciati dagli aerei cadevano su aree molto vaste e i messaggi telefonici pre-registrati hanno solo contribuito a creare panico perché effettuati a caso”.

“Chiaramente non tutte le azioni delle forze israeliane condotte in queste tre settimane sono illegali, ma le autorità israeliane devono mettere a disposizione le prove perché quando si colpiscono obbiettivi che sono evidentemente civili, l’onere della prova deve essere a carico di chi colpisce”.
E cita casi come quelli delle famiglie Sammuni, Daia, Abu Aisha o Balusha: “Le loro case sono state distrutte con le persone ancora all’interno. E poi molti casi in cui sono state uccise una due persone, ma il principio è lo stesso: se sono state uccise dieci, venti o due persone questo dipende dal caso”.
Per esempio la casa del medico Auni: “Si può dedurre dal comportamento dei membri della famiglia - spiega Rovera - che non c’era combattimento intorno alla casa, il medico era nel suo studio nella casa, sua moglie era in cucina che preparava il cibo per i bambini, i bambini erano in camera da letto durante la giornata, la casa è stata bombardata e la mamma dei bambini è stata tagliata in due da proiettili e anche il bambino piccolo è stato ucciso.

Rispetto al’uso dell’uranio impoverito, dichiara: “Noi non abbiamo trovato prove, non siamo specialisti su questo quindi non è un qualcosa che noi potremmo individuare. Anche dell’uso di Dime (Dense Inert Metal Explosive) se ne parla ormai da un paio di anni, è un’arma che è ancora in stato di sviluppo, una cosa molto nuova, c’è ancora poca conoscenza, quindi stiamo cercando di ottenere più informazioni".

In termini di diritto internazionale, la responsabile Amnesty ci tiene a chiarire che "C’è l’obbligo delle forze armate di proteggere i civili, quindi il fatto che forze armate o altri combattenti siano in zone civili non autorizza ad attacchi indiscriminati". E precisa: "Entrambe le parti hanno combattuto in quartieri residenziali, e non erano presenti solo i gruppi armati, ma anche i soldati hanno occupato case civili che hanno usato come basi militari, i soldati israeliani sono entrati a Gaza proprio nelle zone residenziali. Non sono i gruppi palestinesi che sono entrati nelle città israeliane, ma il contrario. Quindi il fatto di usare case come protezione per nascondersi dietro a un muro lo hanno fatto entrambe le parti".
Inoltre, "I casi classici di scudi umani sono quelli in cui le forze israeliane entrano in una casa, imprigionano la famiglia in una stanza, al piano terra generalmente, e impediscono loro di andare via, e poi usano la casa come base militare, mettendo quindi a rischio la popolazione civile. La popolazione civile viene messa a rischio da ambedue nel loro modo di combattere in zone civili".

Amnesty International rimarrà a Gaza per completare la raccolta di informazioni e dati per altri dieci giorni. Poi, "Porteremo le nostre conclusioni alle autorità israeliane e infine pubblicheremo un rapporto". Qualsiasi azione legale è ancora prematura, "anche se noi vorremmo un meccanismo di indagine internazionale", conclude Rovera.

Nessun commento: