lunedì 19 gennaio 2009

Il silenzio di El Azhar

Il Cairo. Fuori dalla grande moschea universitaria di Al Azhar, centinaia di agenti di polizia, in uniforme, tenuta anti-sommossa o in borghese. E il silenzio dell’attesa, gli sguardi attenti sui passanti, la rigidità nei movimenti man mano che si avvicina la fine della Khutba, la preghiera del venerdì.
Dentro, parole di fuoco contro l’aggressione israeliana nella Striscia.

I fedeli lo sanno che nelle strade non sarà loro permesso dissentire, urlare il proprio sdegno, manifestare. La moschea è sotto assedio, come Ghaza. E uno ad uno i mu’minun escono al termine del rito collettivo a testa bassa.

Dall’alto dei tetti di Khan El Khalili, pochi spettatori osservano la scena, ma perdono rapidamente interesse. Samia lascia le finestre aperte e torna a lavare i panni. “Puoi stare quanto vuoi. Oggi non succederà niente. Quando esci, chiudi la porta.... ”.

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