giovedì 11 luglio 2013

Torna l'esercito, ma islamizzato


Era il 12 agosto del 2012 quando il presidente egiziano Mohammed Morsi, in carica da neanche un mese e mezzo, silurava il feldmaresciallo Mohammed Hussein Tantawi, capo delle forze armate, ministro della Difesa. L'uomo più potente in Egitto nell'interregno fra la caduta di Hosni Mubarak e le prime elezioni presidenziali democratiche. Di fatto, l'ultima vestigia del regime uscente. 

Con un decreto presidenziale di dubbia legittimità, Morsi faceva carta straccia della dichiarazione costituzionale con cui i suoi poteri erano stati arginati – commissionata dallo stesso feldmaresciallo alla Corte costituzionale prima del secondo turno elettorale, in giugno - e relegava Tantawi a una carica onorifica. 

Al suo posto il capo dell'intelligence militare Abdel Fattah al-Sissi. Stessa fine per il capo di stato maggiore della difesa (e numero 2 del Consiglio Supremo della Difesa), generale Sami Anan, sostituito con il generale Sidki Sobhi. Nei piani di Morsi, secondo fonti interne alla Fratellanza musulmana, rimuovere le figure in grado di orchestrare un colpo di Stato contro di lui, percepito come altamente probabile nelle prime settimane di presidenza. 

Per l'opinione pubblica, un dovuto ricambio generazionale fra Tantawi, pluridecorato in tre guerre arabo-israeliane e nel Golfo, nonché spalla di Mubarak per decenni, e al-Sissi, più leggero di vent'anni. E, secondo alcuni analisti egiziani, anch'egli Fratello fino all'osso come Morsi: studi di base in Egitto, specializzazioni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna; uomo di intelligence con illustri contatti in Arabia Saudita; una moglie coperta con il velo integrale. 

E discusse dichiarazioni a difesa dei “test di verginità sulle donne” che presero parte alle proteste contro Mubarak, “fatti nel loro interesse, per difenderle dall'accusa di prostituzione”. Per molti, l'uomo chiave delle prossime ore, sufficientemente ansioso di protagonismo da voltare la schiena a Mohammed Morsi. Quanto alla sua autonomia dalla Guida Suprema della Confraternita, Mohammed Badie, è tutta da verificare.

(Federica Zoja per Avvenire, 2 luglio 2013)

Nessun commento: