martedì 25 settembre 2007

Ramadan in fabbrica

Ramadan di lotta e rivendicazioni per 27.000 operai del comparto tessile impiegati nella fabbrica di Ghazal Al Mahalla, nel Delta del Nilo, a 150 chilometri dal Cairo. Accampati da tre giorni, i manifestanti condividono preghiera, digiuno e pasti notturni, nell'attesa che le autorità accettino il confronto e ascoltino le loro richieste.
Chiedono alcune decine di euro in più al mese (un euro equivale a circa 8 lire egiziane), un sindacato che li rappresenti davvero - e non sia formato da figuri asserviti al potere - un vertice aziendale più competente e serio.
Non è la prima volta che scendono in strada: da dicembre a questa parte hanno alzato la voce più volte, ottenendo promesse mai mantenute.
Ma il costo della vita, quello sì, cresce con costanza. Ancora di più durante il mese santo, sull'onda di festeggiamenti e banchetti in famiglia e con gli amici. Ovviamente, non per tutte le tasche.
Le speranze di essere ascoltati sono poche, eppure le recenti ondate di scioperi - anche in altri settori industriali - e l'audacia della stampa indipendente sembrano indicare che qualcosa sta cambiando.
C'è chi invece teme ripercussioni e rappresaglie al termine delle festività religiose, a metà ottobre.
Per ora la lanterna del Ramadan deve brillare senza incertezze. Per le ombre c'è sempre tempo.

Nessun commento: