martedì 17 novembre 2009

Il cantore di Palestina

"Quando ero bambino, dopo la Naqba, non c'erano libri. Ne avevamo uno ogni cinque, a scuola. Il mio sogno era averne uno tutto per me. Forse per questo ho iniziato a scrivere".

Amore

Nell'estremo meridione
Un uomo e una donna
E all'orizzonte si estende sguainata
Una selva di occhi di fucili
E discorsi incompiuti sul suolo della patria
Su strade che li rubano quando il mare si diffonde nella memoria
Un uomo spara adesso i giorni
Accarezza il suo mitra
Una donna cerca adesso un mazzo di legna
E una rosa che i proiettili hanno lasciato tra la cenere
Sale adesso
Fino a toccare il silenzio dello spazio
Troneggiante negli occhi di lui
E gli affida il suo segreto
E quando maturano i fiori del caffè
- Avremo un fiore
Avremo - ahi - un bel cucciolo
Guarda verso il confine
- Avremo una terra.
Un uomo e una donna
Ridono
E l'erba apre un sentiero al loro passaggio
E quando il sole splende
A loro per primi si inchina.

Ibrahim Nasrallah legge i suoi versi, i versi di una vita, e incanta l'uditorio: ci sono membri della comunità palestinese di Milano, spettatori non arabi appassionati della sua vasta produzione letteraria o semplici curiosi.

'Versi', a cura di Wasim Dahmash per Edizioni Q

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