venerdì 17 ottobre 2008

Prigioni a cinque stelle

Da mercoledì scorso, sei cittadini egiziani si astengono dal cibo per protestare contro la detenzione ingiustificata nella prigione di Mansoura.

Riflessioni random fra chi in Egitto ci vive da un po' (e ha perso la testa nel tentativo di capire):

1-Una prigione a cinque stelle, se avevano pure da mangiare!
2-Di questi tempi meglio in galera che fuori in coda per il pane di segatura!
3-Se veniamo a sapere che scioperano vuol dire che possono parlare con qualcuno!
4-Ma saranno ancora vivi oppure è una notizia dall'oltretomba?

E via dicendo, a dare l'idea dell'inutilità totale (o almeno così si finisce per percepire qualsiasi sforzo teso a cambiare le cose) degli studenti che manifestano nelle università, degli operai che protestano per 10 euro in più al mese, della gente di Doweiqa che scava con le mani fra le macerie della Moqattam perché allo Stato non interessa salvare qualche centinaio di disperati.

Quindi sciopero della fame per tutti, tanto il 40% della popolazione egiziana lo fa già ogni giorno, volente o nolente. Ma viva gli investimenti stranieri, il grande potenziale del paese e quel 7% di crescita del pil che fa evaporare tutti i sensi di colpa.